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Dove vado quando ho gli occhi chiusi


Merano, Sinigo 2020

Workshop realizzato con Metamorphosis, Daniele Lupo e Ada Keller

Il workshop ha avuto luogo nell’estate del 2020 ed è stato il primo lavoro post-pandemia.
Due settimane. Due gruppi di partecipanti tutti distanti, igienizzati e indossanti mascherine. Tutti piccini ma non troppo e predisposti alla creatività.

Eravamo reduci dal primo lockdown, così mi sono detto che magari non era il caso di parlare di paure e chiuderci nelle nostre teste. Perché non andare a esplorare l’universo? O perché non inventarne uno nuovo? Così è nata l’idea per il workshop “Dove vado quando ho gli occhi chiusi”. Creare nuovi pianeti e nuovi alieni per popolarli.
Durante le prima giornata ci siamo conosciuti e già da queste piccole schede descrittive, emergevano dei talenti fuori dal comune. Avevo chiesto di scrivere provenienza, età, passioni e i quattro elementi da cui siete composti. I miei erano canzoni, dolci, lacrime e tatuaggi. Di sicuro non mi aspettavo di avere a che fare con umani composti da forza, muscoli, playstation, gloria, gelato e bighellonare.

Il gruppo di lavoro dei pianeti è partito subito velocissimo creando universi di cioccolato, zucchero filato e caramello gommose. Quasi nulla di nocivo tranne un simpatico bimbo che voleva un pianeta inospitale pieno di guerra, siccità e violenza. Gli ho detto che se aspettava qualche annetto lo poteva comodamente trovare fuori casa.
Invece il mio gruppo, quello degli alieni, si è proprio divertito a farmi impazzire. C’era chi voleva alieni cicciotti e rimbalzini. Chi creava alieni capaci di fermare il tempo e il sangue nelle vene. Chi incredibili mostri. Chi alieni ecologisti che purificavano puzzette e poi uno boh, tifava la Lazio allora ha creato il popolo degli alieni Laziali. Chi sono io per fermare la fantasia di un bambino, soprattutto se si ritrova a tifare Lazio?
Il disegno del kraken Fuffy l’ho appeso in casa. È così inquietante che siamo diventati amici.

Col proseguire dei giorni la creatività aumentava, questa volta non si voleva solo comporre una canzone. Lo spettacolo doveva essere completo, quindi il gruppo dei pianeti si occupava delle scenografie, dipingendo enormi arazzi. Mentre io col gruppo alieni creavo maschere, vestiti e testi per la canzone finale. Avere Dario Mongelli che ha composto un’apposita base per lo spettacolo finale ha dato una marcia in più.
Delle volte il tempo sembrava non passare mai, delle altre ci si distraeva un attimo ed ecco che eravamo in ritardo.
Lavorare in un ambito “scolastico” estivo atipico come quello corrente mi ha fatto capire l’importanza degli insegnanti (non la mia, perché mi considero al pari dei bambini) proprio in questo momento storico. Ora che vedo tutto degenerare, penso a quanto sono stato fortunato a frequentare la scuola senza obbligo di distanze, altrimenti col cavolo che mi diplomavo se non copiavo dalla secchiona del banco affianco.

L’ultima parte del workshop è stata la finalizzazione dello spettacolo: una via di mezzo tra un concerto e un talkshow. Cantare con le mascherine ha aiutato molto i bambini più timidi. Intervistare i creatori dei pianeti per scoprire come mai necessitiamo di così tanta cioccolata nella nostra atmosfera è stata una gioia per ogni diabetico. Una palestra piena di bambini distanziati, proprio come pianeti orbitanti, mentre i genitori applaudivano dalle loro navicelle. Sarebbe bello farne di più di workshop così, ma adesso meglio rispettare le distanze.
Un momento piacevole: concluso lo spettacolo è venuto a parlarmi un addetto ai lavori del workshop dell’anno precedente per dirmi che i bambini, per le strade del quartiere, ancora cantano la canzone scritta insieme.


Ringrazio Daniele Lupo e Lungomare per la fiducia.
Metamorphosis e il comune di Merano.
Ada Keller, la responsabile del gruppo pianeti, senza la quale niente sarebbe stato possibile. Sei una grande.
Angelika Burtscher e Monica e tutti gli operatori del Centro Giovani Tilt di Sinigo.
Poi, ovviamente, ringrazio i partecipanti per avermi fatto viaggiare verso luoghi inesplorati e conoscere assurde tipologie di esseri viventi.
Teniamo la creatività viva, ne abbiamo un gran bisogno.